‘La luce che porta sino a voi le apparenze’, il dolce messaggio che traspare dalla copertina disegnata dal leggendario artista William Stout, i
Left Lane Cruiser anche se tornano a esplorare tutto ciò che gli altri dischi della loro intensa discografia avevano sfiorato,
Shake and Bake va a caccia di ciò che la gente viva si nega, l'innamoramento inconsapevole e insensato.
Freddy “Joe” Evans IV (voce e chitarra) e Pete Dio (batteria) amano un blues/rock arcigno con utili infiltrazioni dal Delta Mississippi,
Two Dollar Elvis inizia a seguire la forma del ricordo della memoria al rock n roll, lo chiedono al protagonista di
Shake and Bake, la Title track, si mantiene inafferrabile, fluisce, varia negli aloni opachi della chitarra e in
Smoke Keeps Rising somiglia all'eco che col tempo espande ed amplifica sempre più i suoi significati.
Fondo brullo quello di Shake and Bake, senza sole che lo illumini, ma tra gli alberi scheletrici che con i loro rami si innalzano verso un cielo pieno di assenze,
Breaking You Down e
Smooth Commander aprono uno squarcio mostrando senza diaframmi il talento dei Left Lane Cruiser, certo, lo spazio e l’azione vengono continuamente ricondotti al centro del blues e del rock anni 70’ a sentire
Detroit House Party, ma comunque sia è lo sfondo su cui si accampano tensioni ed elementi di altro tipo tra
Roll Me,
Sweat Love to Shine e
Mule Plow Line.
Resta l'immaginario bruciante di
The Waltz, non stacca bruscamente, lo dissolve con quella sensualità formale che continua ad attraversare i Left Lane Cruiser.
E ci resta addosso. Appunto, oltre la fine di Shake and Bake.