PICTUREBOOKS (The Hands Of Time)
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  Recensione del  26/03/2019
    

The Hands Of Time è vecchia scuola e in genere, tra le mani dei Tedeschi, c’è sempre da star tranquilli: percussioni aggressive, rock e chitarre tuonano da Howling Wolf e riprendono le interessanti melodie dei 2 dischi precedenti, ma c’è da registrare un passo in avanti per il duo dei The Picturebooks (Fynn Claus Grabke e Philipp Mirtschink).
Intrigano i sentori blues annunciati dall’armonica che detta il passo di Like My World Explodes, capace di affascinarti in You Can't Let Go (con Chrissie Hynde dei Pretenders alla voce) e la chitarra slide dalla parte del delta mississippi che solca The Hands of Time, col piano a martellare gli echi sinistri di The Day the Thunder Arrives.
The Hands of Time è una miscela di sapori e dissonanze legati al rock ma in scrittura autonoma e originale (Electric Nights alla dolce cadenza ‘western movie’ di Rain), un disco particolarmente denso, la cui grana melodica si sviluppa con una consistenza quasi viscosa in Lizard e Tell Me Lies, con la bella chiusura di The Rising Fall a testimoniare un'immissione di fresca e spontanea vitalità.
Le regole codificate che governano l’esistenza dei The Picturebooks.