Mahogany Drift è frutto di una bella idea di tre chitarristi (Troy Redfern, Jack J. Hutchinson e Mike Ross), suonano rock classico con tinte sudiste e blues, un potente mix utile ad abbattere il muro dell'incomunicabilità che ci separa da chi ci circonda, chitarre elettriche per condividerne il malessere generale e tentare di alleviarlo.
Si esagera? Macchè, dalla carica di
She Painted the Moon partono flashback al passato del rock che si spezzano di continuo, i salti temporali si susseguono, le accelerazioni e le associazioni si ramificano da
Rapture alla psichedelica strumentale
Mahogany.
Mahogany Drift non mostra limiti, una pietanza sicuramente commestibile a pochi di questi tempi, ma gli ingredienti messi sul piatto da
Redfern, Hutchinson & Ross non hanno mai un gusto troppo ben definito nella piacevole
Ghost Hound Rider, ed è un bene in un puzzle dove i singoli pezzi conservano l'aspetto originale ma trovano come farsi amare (
Satisfied e
Leviathan).
La conclusiva leggerezza di
Miles Away serve a debellare il pensiero che il rock non è una Musica, ma solo un rumore che ti mette in uno stato d'animo autodistruttivo..
Alzate il Volume, prego!