Il quinto album dei coniugi
Hat Fitz & Cara ha una sua autonomia, un suo passo nel blues, un suo statuto formale nella ballata folk con leggeri impasti country, una sua dominante nella chitarra slide e una vera e propria aura irriducibile che si eleva dalla splendida ballata iniziale di
Step Up.
La voce di Cara va a costituire un campo di forze in grado di interagire con la soggettività della melodia sprigionata dalla chitarra di Hat Fitz che in
City Lights entra negli aspetti della realtà contemporanea e ci aiuta a comprendere entro quali binari potrà andare evolvendo
Hand It Over.
Il suono graffia in
Hold On e
Harbour Master, la voce di Cara è lì ad articolare la melodia e a dare smalto ai testi, le parentesi che si sviluppano alla foce del suono dal Mississippi sono magnetiche, e il loro sviluppo è spesso notevolissimo per capacità di annodare i fili del blues in
Adhd.
Hat Fitz & Cara illuminano le ballate finali, da
Under Wing a
Painters Guitar, al banjo che macchia la dolcezza di
Unbound, come specchi moltiplicano aspetti, reazioni, modi di essere altri da quelli forniti al primo ascolto.
Il blues compreso e compresso in queste direttrici, si ritrova nella moltitudine di interessi che suscita Hand It Over.