Atmosfere che costeggiano il delta blues,
Deep è il secondo disco dei
Boogie Beasts, quartetto belga, ha un'inquietudine sotterranea e spiazzante, di quelle che resistono anche una volta ascoltato, vengono in giro con noi e, magari, agitano i nostri incubi, in meglio, certo.
L’armonica di Fabian Bennardo e le chitarre di Jan Jaspers e Mathias Dale in
Inside e
Emotion producono senso tra percussioni ridondanti, i Boogie Beasts corrono nel blues e sappiamo dove ci conducono, è un po’ come vedere un uomo di corsa e un autobus che sta per partire, da qualche parte del nostro cervello si forma l'idea che quell'uomo debba prendere quell'autobus.
Mad è capace di svelare un universo immutabile, cadenzato dalla ripetizioni della chitarra e con l’armonica a dettare lo scorrere implacabile del tempo di un blues nervoso, quasi sempre cupo come in
Long Gone e nelle torbide e notturne
No Good e
I Don't Know Why.
Ma tutto ciò permette a Deep di alzarsi sopra il livello di medietà, si erge sui rami appena superiori o collaterali, ma sono utili a vedere tutto da una certa distanza, l’armonica comanda nel finale
Night Time Hero e la chitarra vincola a sé
In Front of You, non resta allora che un plauso a chi ha avuto e continua ad avere il modo di servirsene.