STEVE WYNN (Static Transmission)
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  Recensione del  31/03/2004
    

Avevamo lasciato Steve Wynn con l'album migliore della sua avventura solista, Here Come The Miracles ed eccolo di nuovo alle prese con un album che ribadisce la sua serietà artistica, la sua coerenza e l'approfondimento di temi cari alla sua scrittura. Static Transmission non è un passo indietro rispetto al precedente album, è solo più corto e conciso, ha canzoni meno spettacolari ed è meno vario nelle scelte sonore.
Se Here Come The Miracles riassumeva l'intero itinerario artistico di Wynn, abbracciando la psichedelia e i Dream Syndicate, il beat fluorescente di Sweetness and Light e il songwriting di Kerosene Man e Fluorescent, il noir di My Midnight e In The Melting Dark, aprendosi a una produzione innovativa, Static Transmission restringe il range d'azione e si concentra su una serie di caratteri propri della poetica di Wynn come quella degli individui colti nei loro momenti di crisi, tra scelte difficili e paure, tra luce e oscurità. Il mondo di Steve Wynn si è spesso concentrato sui personaggi del romanzo noir e sul confine tra bene e male dove si combatte per un futuro ma spesso si consumano sconfitte cocenti, dove è difficile discriminare il perdente dal vincitore.
Anche nel nuovo disco i paesaggi mentali di scrittori come Denis Johnson e Barry Gifford o realtà allucinate come quelle descritte da Hunter S.Thompson fanno da sfondo ad una serie di canzoni che oscillano tra armonie e cruda natura rock, dove elettricità e chitarre acustiche concorrono a dare un senso quasi epico al cuore scuro dell'american dream.
Realizzato come il precedente nel deserto di Tucson con l'aiuto di Craig Schumacher (Giant Sand, Calexico) e con la partecipazione dei Miracle 3 e di Chris Cacavas, Static Transmission è un buon album da viaggio, con una giusta contrapposizione tra ballate, acidi colpi di chitarre e un ritmo che zigzaga nervoso. Produzione essenziale, elettricità all'osso, l'inconfondibile organo di Cacavas, distorsioni psichedeliche e reperti alla Dream Syndicate (la sbalorditiva Amphetamine )ma anche ballate come Charcoal Sunset e soprattutto Maybe Tomorrow che esala un fascino da Wild Horses del nuovo secolo, il disco è un ulteriore tassello dell'opera hard boiled di Wynn.
Tra raggi di sole (California Style) , il bastardo funky di Hollywood e lo splendido roadmovie di Candy Machine. Static Transmission non cambia nulla dello stile di Wynn, rocker che conferma la sua integrità artistica con un opera che ha una bellezza spartana e non rincorre il perfezionismo estetico di tante opere odierne. Anche nel campo del noir (vedasi il film Era Mio Padre). Essenza quindi e non estetica.