COLTER WALL (Songs of the Plains)
Discografia border=Pelle

             

  

  Recensione del  30/10/2018


    

Non ci sono banditi che scorrazzano per deserti e vallate, o bande di disertori e avventurieri che pensano solo a salvarsi la pelle, i territori percorsi dal 23enne songwriter canadese (un cantastorie che riprende diverse delle tematiche del brillante debutto omonimo, in modo più profondo e consapevole), sono luoghi per lo più isolati, utili a pensare, belli come sfondi per una cartolina, e da lì se ne va, come gli antieroi americani, quando la situazione è troppo ingarbugliata, ‘on the road’.
Ballate folk e Outlaw country, Songs of the Plains parte con la nostalgica Plain to See Plainsman, l’armonica spalleggia la voce cavernosa di Colter Wall anche nella storia di Saskatchewan in 1881 e Calgary Round-Up, una dolce percussione ci accompagna tra annuali rodeo ed esibizioni, ma si parla di fattorie, di città agrarie e di storie in cui abitare, ancora una volta, tra eroi popolari in Wild Bill Hickok o come in John Beyers (Camaro Song) e Manitoba Man.
Come in un bricolage ma senza riciclare stereotipi del passato, anzi l’impressione che esse lasciano è quella di una forte personalizzazione nella splendida rilettura di Billy Don Burns in Wild Dogs, poi ci sono i cowboys per gestire la temperatura emotiva: in Night Herding Song la sola voce inibisce con smaccata consapevolezza il potere dinamico della musica, invertendo il tutto nella conclusiva Tying Knots in the Devil’s Tail.
L’armonica torna in The Trains Are Gone e Colter Wall sa ancora trovare una sintesi intellettuale attraverso un processo di svuotamento e nuovo riempimento del passato e della Storia del country, ma sa essere leggero e colpire con la chitarra steel in Thinkin’ on a Woman, il racconto di un camionista che trova poca consolazione nel percorso che lo allontana dalla sua amante.
Songs of the Plains.
Per chi non ha ancora trovato i dischi della sua vita.