La collera non è passata a
Will Hoge e continua a macinare rock sulla stessa linea del precedente Anchors, la rabbia per la politica in
My American Dream è vertiginosa e contagiosa.
Will Hoge corre e noi lo seguiamo, prima che si fermi, voltandosi spesso a dirci cosa proprio non gli va giù, e inizia a farlo col ritmo in crescendo della muscolare
Gilded Walls, l’acqua e le tasse pubbliche bagnano il rock che sale.
Tolleranza e perdono non si sa dove trovarle in My American si trasformano in rancore e odio,
Stupid Kids sembra un messaggio a coloro a cui sono stati sottratti gli occhiali da vista e non possono (non vogliono) più mettere a fuoco lo spazio a loro circostante.
Disco solido come
Still a Southern Man, l’eterna goccia di rock cade, segnando e amplificando tempi diversi con l’americana, dalle leggi e immigrazione di
The Illegal Line ai gusci dell’esistenza di
Oh Mr. Barnum, scava un labirinto dove ogni nota si specchia al proprio interno, dove insieme rispecchiano le accuse di Will Hoge: contro Avvocati, pistole facili nelle scuole e la mancanza di risposte dai politici nella ballata fosca di
Thoughts & Prayers, nell’analisi di
My American Dream, dalla parte di un senzatetto che una volta lavorava per l’America che oggi è di Trump.
Chiude l’acida
Nikki’s A Republican Now, summa finale su cosa sia la politica estera Americana, My American Dream prova a diventare davvero montaggio di immagini del quotidiano a Stelle e Strisce, e i riflessi del rock prendono una direzione onirica che è sostenuta dalla sua potenza.
Disco coraggioso quanto bello e necessario.