MAGPIE SALUTE (High Water I)
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  Recensione del  31/08/2018
    

La Guerra tra i fratelli Robinson intorno alla band dei Black Crowes, esclusivamente legate al vile denaro, continua ad avere strascichi, le ultime dure parole di Rich nei confronti di Chris (oltre al progetto Brotherhood, quest’ultimo sta girando gli USA cantando il repertorio dei ‘corvi’ con la band As the Crow Flies) segna una spaccatura totale e la band dei Magpie Salute nata nel 2016, prende sostanza con High Water I, con un secondo capitolo che dovrebbe realizzarsi nel 2019.
I Magpie Salute sono il cuore di quelli che sono stati i Black Crowes, oltre a Rich Robinson ci sono Marc Ford e Sven Pipien con l’aggiunta del vocalist John Hogg, al tastierista Matt Slocum e al batterista Joe Magistro, formano una band pronta a calarsi da Mary The Gypsy nell’acqua di un fiume di rock sudista, blues e psychedelia, ma pronti ad approdare su isole introspettive intriganti (You Found Me, le ballate di Sister Moon e Hand In Hand) dove l’acqua di High Water e Walk On Water si frange e poi si richiude su se stessa, e il flusso riprende, uguale a prima eppure diverso in Send Me An Omen e Take It All.
Dall’incipit di For The Wind e la conclusiva Open Up, i raccordi melodici al piano iniziano a costruire un ritmo preciso, fatto di assonanze e dissonanze, scarti, stasi, accelerazioni improvvise nel rock, hanno la forma di una curva che si avviluppa su se stessa in Can You See, i Magpie Salute disegnano un orizzonte materico e distensivo nel quale l’ascoltatore è pronto a perdersi, senza perdere le tracce di un percorso che si delinea alquanto interessante col seguito di High Water I.
C'è solo da attendere.