1 mese tra le montagne dell’Austria, la solitudine cercata per recuperare la giusta distanza tra folk/country, americana e trovata al secondo disco da
Daniel Kemish: origini britanniche, portoghese d’adozione, a Nashville ha inciso l’esordio, un songwriter che cerca di correre almeno un po’ verso quell’immagine sfocata, gli USA, in maniera da vederla meglio per ricordarne i contorni e per ricordare la passione di far musica.
Under the Same Sky restituisce sapori bucolici nell’iniziale
They Say I'm Crazy, le ballate
Fool For You,
Empty House e
Hold On Tight stregano al primo ascolto, le immagini scorrono limpide tra suggestivi assoli di chitarre che rendono possibile quell’atto solitario della creazione, il rapporto privilegiato, quasi intimo di Daniel Kemish.
Cambiano le posizioni con
In This Town Tonight e con
Cards Marked In Advance, senza eccessi e senza sottrazioni, ne emergono melodie diligenti e con guizzi elettrici rimarchevoli nella tremula
Traveling Man, assecondati da Daniel Kemish anche in
Down This Road Before e destata dall’armonica.
Tutti questi elementi prendono posto come mossi nei vari spazi di Under the Same Sky da misteriose calamite, non è semplice, Daniel Kemish ci è riuscito.