Tell The Truth è un corto-circuito necessario tra l’affresco anni ’70 di un blues rock coriaceo e chitarristico e la messa in scena di una temporalità del rock congelata, che ha qualcosa di affascinante.
Percorso autobiografico, i periodi bui fatti di eroina, alcol e anche un matrimonio, sono alle spalle del chitarrista texano
Lance Lopez, una vera forza della natura quando stringe la Les Paul tra le mani a confezionare un blues/rock acido e avvolgente, l’intro acustico di
Never Came Easy To Me e lì a svelare la ricerca di un linguaggio musicale fresco, con l’armonica in grado di rendere grande la quotidianità del blues anche quando rilegge un'incendiaria
Mr. Lucky di John Lee Hooker.
La chitarra sembra vivere in uno spazio di assoluta libertà, non di certo immutabile e chiuso come una gabbia, anzi la marea di riffs che sprigionano
Down To One Bar e
High Life, da sempre vanno a braccetto, sembrano specchiarsi l’uno nell’altra, in un gioco a rimpiattino fertile di significati più o meno latenti dietro la porta sempre socchiusa di simboli (dall’amore, alla strada, e così via, Tell The Truth come l’inconscio, ama i simboli).
E a dischiudere quella porta cerca di provvedere la chitarra di Lance Lopez, indomabile come l’armonica in
Cash My Check, brani sempre più stretti e serrati, ma ci si abitua volentieri ai ritmi sempre più veloci e incalzanti (
The Real Deal e
Angel Eyes Of Blue) polveri texane che vorticano continuamente, e si spargono sopra a tutto e oscurano l’aria di
Back On The Highway.
L’unico respiro arriva da
Blue Moon Rising una ‘ballata’ alla Lance Lopez perché ha un tono caldo e crepuscolare che la rende preziosa, prima della chiusura con la nota
Tell The Truth: è come un animale che scava gallerie sottoterra in cerca del sole.
La chitarra le porta tutte in superficie.