JEB BARRY AND THE PAWN SHOP SAINTS (Texas, etc...)
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  Recensione del  07/04/2018
    

Con Jeb Barry attraversiamo il sogno americano in due dischi The Sainted e The Saintless, le due facce di Texas, etc… equamente suddivisi con la band e solo in acustico, per una serie di ballate elettro acustiche ad illustrare insieme ai The Pawn Shop Saints, la differenza tra una vita di parcheggi, supermercati e villette a schiera da un lato, e quella di un’umanità, forse sghemba e imperfetta, ma certamente vitale e ‘sociale’ dall’altro.
Pare sopravvivere qualcosa di vero e autentico ad ascoltare l’impasto melodico di americana, fosca, riflessiva e rurale che traspare da Trouble Down in Tennessee e Miss Mississippi, siamo dalla parte di un cantautorato alla Guy Clark o il mitico Townes van Zandt, nomi altisonanti ma se c’è una cosa da lodare a Jeb Barry sono i suoi tentativi (questo è il terzo) di portare a termine un lavoro poetico, complesso e ispirato ai maestri texani senza essere messo a tacere dalle bollette da pagare.
If This Heart Had Walls, Chainsmoker come Home e l’armonica che illumina Gravel Roads and Whiskey Bars inquadrano un puzzle composto da varie tessere ma tutte interessanti nel 1 cd, The Sainted, mostrano bordi perfettamente coincidenti con le piccole storie che racconta, sparse qua e là su sfondi rurali accattivanti come nella conclusiva bellezza di Keep The Devil Away.
The Saintless invece è marcatamente acustico e introspettivo, ma senza forzare i tasselli rimasti in perimetri simili, Evidence e Southern Oak spiccano come l’armonica in El Paso Sucks, Jeb Barry gioca in sottrazione, con persistente opacità ma poi finisce in crescendo sulle mutazione della luce delle chitarre nell’intensa Speedtrap Town.
Jeb Barry And The Pawn Shop Saints non fanno i capricci, vanno e vengono nei territori texani, e la bellezza di Texas, etc. si nasconde e ricompare quando e come vuole.