Il disco d’esordio di
Derrick Dove & the Peacekeepers predilige un progressivo dialogo col rock sudista, classico ma pronto a trasformarsi in un confronto serrato col soul/blues, ed è la superficie su cui si agitano i brani iniziali, dall’accattivante
Ramblin’ Soul a
So Strong, spalmate sulle strade dell’America e tra le precarie sorti umane diventano sempre più sdrucciolevoli tra le corde di chitarre elettriche che non impiegano poi tanto a farsi amare, come nella coda finale di
Hurricane Of Love e in quella che sembra una strumentale,
Everybody's Feelin' Fine.
Un gioco tanto affascinante quanto potenzialmente intrigante quando si aprono sponde bluesy nell’intro di
Woke Up This Morning, c’è una mutua attrazione di questi stili musicali in Derrick Dove & the Peacekeepers, è come una boccata d’aria salubre che apre le finestre di una stanza rimasta chiusa per troppo tempo, e
What's Real con il ruvido guizzo di
Brand New Life fa volare per aria e a terra i fogli ben adagiati in un interno che apre a un tipico paesaggio dei dipinti di Wyeth.
R&B non eccessivamente studiato in
Georgia Bound, liriche equilibrate e armoniche nella composizione delle ballate come
Dig My Grave, nessun campanello d’allarme che sta suonando a vuoto, non si resta inermi davanti all’esordio di Derrick Dove & the Peacekeepers.