Il campano
Gaetano di Sarno al quarto disco (ma il primo con la label AR Recordings), allarga ulteriormente l’angolazione sul cantautorato americano, lascia entrare la chitarra elettrica dell’amico Luigi Sabino, ed è un punto di forza di
One of Those Fine Days, e senza eccedere con la riflessione sulla natura umana, il punto di vista autobiografico gli permette di giungere direttamente al nocciolo delle emozioni che cerca di trasmettere.
Rock, folk e americana che non scavano oltre l’accertato, ma a
Guy Littell non interessa, semmai li riassume e li ammucchia con giudizio facendoli saltare con maestria dentro una zuppa molto gustosa e dal sapore interessante,
So Special e
Cheating Morning sono lì a rendere nutriente One of Those Fine Days.
Ballate e rock decisi, pronti a dischiudersi come in
Song From A Dream,
Don' t Hide e
New Records And Clothes, non ci sono forzature, il disco c’è, con più di qualche passaggio tra il malinconico e l’introspezione come in
Love It, e un finale dove Guy Littell si mostra in quello spazio circoscritto, come lo può essere uno spazio ad hoc come il rock a stelle e strisce, tradizionale e autoreferenziale, ma le note che si liberano da
No More Nights e
Old Soul (con il prezioso lavoro alla chitarra di un certo
Kevin Salem), mostrano che One of Those Fine Days è quanto mai aperto e in continua trasformazione, e la tradizione del rock tra le mani di Guy Littell non esige poi tante misure di adattamento.