Rifles & Rosary Beads potrebbe sembrare un disco politico, dopotutto racconta di conflitti bellici e delle terribili conseguenze che ne scaturiscono, ma l’ottavo disco di
Mary Gauthier scritto dopo aver ascoltato i racconti di veterani di guerra e delle loro famiglie presso l’associazione non profit
Songwriting With Soldiers (il fondatore è il songwriter texano Darden Smith), è dimostrazione della capacità di poter trasformare un argomento doloroso in un romanzo in note, e lei che di demoni e dolore ne ha vissuti in passato, ci trascina proprio ‘dentro’ la vita delle persone che lo abitano quel dolore.
La raggiante bellezza di
Soldiering On scritta con la Marine Jennifer Marino (c’è ne sono 4 di donne nell’album come 4 gli uomini), mostra che quando elettrifica le chitarre Mary Gauthier dà il meglio di sé, e colpisce il modo con cui insieme a
Got Your Six e
The War After the War la miccia di Rifles & Rosary Beads si accenda quando entrano in contatto con drammi fatti di sangue e desiderio, sogno e disperazione.
L’armonica impreziosisce la ballata di
Still on the Ride scritta insieme al sergente Joshua Geartz nel ricordo del suo amico scomparso in Germania, tempo dopo tentò il suicidio dopo un incidente in Iraq (argomento delicato, alcuni documenti ufficiali del Dipartimento dei Veterani pubblicati nel 2016 fecero molto scalpore in USA, riportavano che nel 2014 ci furono 22 suicidi in un solo giorno), si accoda a una serie di ballate elettriche dai colori primari (quindi netti, inconfondibili) che raccontano soltanto ciò che è stato visto, da un soldato donna nel ritmo cadenzato tra chitarra/piano e violino in
Brothers e tra gli orrori che generano consequenze in
Iraq, prima dell’ultima perla,
Stronger Together.
C’è poi il fatto che nel cuore di questo dolore si trovi una sorta di pozzo, un buco che affascina immancabilmente quando lo analizza Mary Gauthier.