Per gli
American Relay, duo del Colorado (Alex Hebert, batteria e Nick Sullivan, chitarre e voce), il tempo del Mississippi Delta blues va e torna di continuo, sporco e cattivo perchè mischiato col punk/rock e col debutto
Corn & Oil, si guarda oltre, e vanno oltre.
Si parte alla grande con
Bonedry, è come un’ombra nera e silenziosa che inizia a tagliare la luce e i colori del delta blues come un fantasma che tradisce il suo letale mandato, il ritmo si impenna con la sovreccitata
Curtain Call e con
Begin collezionano altre immagini sublimi, a costruire un incipit notevole e indubbiamente riesce a scuotere, dalla parte dei mitici
Left Lane Cruiser tanto per farsi un’idea.
Gli American Relay non giocano mai di maniera e fino alla fine di Corn & Oil sono bravi a non far svanire la sensazione di averci fatto ascoltare un album duro e crudo ma sempre suggestivo nella sua ‘imperfezione’ (gran bel cambio di passo con
Homeland Blues e
Trusst).
Si gioca sui contrasti e le rotture di ritmo in
Weekend e
Long Gone, gli American Relay si addentrano audacemente in territori incogniti e generi differenti, senza tuttavia che il filo di Corn & Oil rischi mai di slabbrarsi o di smarrirsi (il lavoro alle chitarre anche in
Poor Boy e
Til sa essere agile e insieme limpido, preciso, privo di sbavature), nel finale una bella e calorosa cover di
Shake Your Money Maker (Elmore James) e una
Uncompelling Me che delinea come Corn & Oil non sia la semplice sommatoria delle sue componenti.
Gli American Relay hanno trovato il modo per penetrare il nostro presente.