La sensibilità nel raccontare storie di provincia resta saldo tra la mani e nella voce di Evan Felker come la fragranza delle melodie tra folk/country/rock e
A Long Way From Your Heart è un altro solido puntello nella discografia del quintetto dell’Oklahoma.
I
Turnpike Troubadours non potevano che aprire il nuovo disco raccontando di Lorrie, la loro musa, è ormai cresciuta, sposata e con figli e tra
The Housefire e la bella carica elettrica di
Something To Hold On To, se ne ha un idea di come sia capace di restituire con semplice cose, pura felicità.
Il mix violino & chitarre funziona sempre a meraviglia (
The Winding Stair Mountain Blues,
A Tornado Warning e
Unrung) i Turnpike Troubadours tarano con precisione quanti e quali siano gli spazi da essi offerti per essere a loro volta abitati sempre da una ricerca melodica, e così, in un certo modo, il tutto trova compiutezza.
Capaci di studiare le forme e la luce della realtà, lontani dalla pazza folla, lo scenario agreste da spessore alla ballata
Pay No Rent, e così A Long Way From Your Heart alterna visioni pulviscolari deliziose in
Pipe Bomb Dream ad altre più nitide nei contorni del rock, ma il country è sempre ‘a fuoco’, fino alla conclusiva
Sunday Morning Paper.
I Turnpike Troubadours ne fermano miracolosamente il tempo e lo lasciano in uno stato di perenne sospensione in A Long Way From Your Heart.