LEE BAINS III & The GLORY FIRES (Youth Detention)
Discografia border=Pelle

             

  

  Recensione del  06/09/2017


    

Dall’Alabama indignazione e rabbia punk mischiata a lunghe digressioni chitarristiche di puro rock ‘n roll, in una manciata di canzoni (ben 17) Youth Detention punta dritto contro il male della nostra Società, delle Istituzioni pseudo Culturali, contro le disparità sociali, l’emarginazione delle classi meno abbienti, per la tolleranza e contro il razzismo, altro che starsene in silenzio, il Mondo in Youth Detention sembra una muraglia assurda, un budello intricato, infinito e spaventoso, uno spiazzo di terra riarsa intorno.
Ecco allora Lee Bains III + The Glory Fires a mostrare rabbia e tenacità, lo fanno alzando il volume delle chitarre (l’altra è di Eric Wallace) al massimo, utile a svegliare le coscienze sociali e il vicino di casa bigotto che sonnecchia ascoltando Fedez, la sferzata di Breaking It Down! e Sweet Disorder! rappresentano un’autentica e sincera dichiarazione d’amore verso il rock ‘n roll, come da tempo non se ne ascoltavano, Good Old Boy è una furia e di certo non scorre tra piscine di alcool e di metilenediossimetanfetamine, il cervello resta limpido come in Black & White Boys, dove per induzione ci si cala ‘nell'altro’, guardandolo per come è e non più per come appare.
Intrigano la ricerca melodica di Whitewash e Nail My Feet Down to the Southside of Town, come le disamine condivisibili di Underneath the Sheets of White Noise e The City Walls, e l'inchiostro non scivola sulla carta come olio sull'acqua, resta impresso come gli sfondi chitarristici di I Heard God!, Had to Laugh e Crooked Letters, un lungo labirinto quello di Youth Detention di situazioni musicali inestricabili e fortemente ansiogene, ottimamente compulsato anche nel finale con Trying to Ride, Commencement Address for the Deindustrialized Dispersion e la trascinante Save My Life!
Youth Detention ha dovuto scagliarsi contro il dinosauro più grosso che trovava, l'antagonista più surreale e imbattibile: il capitalismo, Lee Bains III + The Glory Fires lo affrontano con un album di rock in cui l'intelligenza è così esibita da essere affascinante.
Tale da essere giovane, piccola e ingenua? A me non sembra!