Five Horse Johnson è un quintetto americano con 7 dischi sul groppone e 2 decadi di esperienza, tornato all’ovile il batterista Tim Gahagan, Brad Coffin alla chitarra rintuzza un blues/rock rozzo e con un senso dello humor particolare, tenuto a bada, ma anche nutrito, oliato, dalla potente voce di Eric Oblander, prendendosene cura tra apparizioni e sparizioni improvvise.
Con i Five Horse Johnson ci si immerge fino al punto di non ritorno, come nelle sabbie mobili, portando con
Jake Leg Boogie, nel gorgo, l’intera discografia: la
Title track assesta un bello scossone, sarà anche troppo faticoso cercare un’altra strada, quando ne hai conosciuta solo una… l’armonica e le chitarre sono in gran spolvero,
Smoke Show e
Magic Man hanno un ritmo incisivo e con un uso mobilissimo della chitarra in
Cryin’ Shame, è un disco inconsueto perché aspro e creativo al contempo, uno sguardo sulle diversità che sopravvivono in ampi spazi del rock (
Ropes And Chains e
Hard Times).
Little Lonely e
Daddy Was A Gun mostrano che con la mollezza retorica e sbrodolature da soap opera, Jake Leg Boogie non intende stringere nessun patto, la strada è una sola da battere anche nella contemplativa bellezza finale di
Last Song, e anche se per buona parte il blues è stato braccato e il rock dileggiato, siete testimoni di un destino, quello dei Five Horse Johnson, a Voi capirlo e afferrarlo.