Progetto particolare per
Boris McCutcheon, a metà tra un sogno e allucinazione da spazi sconfinati nel raggio di una bellissima tristezza di fondo, ecco una serie di ballate e di emozioni cristalline disegnate intorno alle chitarre elettriche, notturne e ipnotiche tra l’iniziale
I blew it e
A week before the 4th of July, caratterizzate da spazi di algida e geometrica eleganza,
I’m Here. Let Me In restituisce tutta la partecipazione fisica, corporea, di Boris McCutcheon.
It's Her turn now e
Poor Tired Hands raffigurano le potenzialità espressive del raggrumarsi del suo sangue vivo, le trova fra strade di periferia, boschi e torrenti che corrono ai bordi delle statali e delle autostrade, vicino alle sponde di laghi e laghetti appena fuori dall’abitato urbano, ballate dove si dimostra abile senza raffreddare la temperatura emotiva (
Shake it up e
Piece of Mama) e senza evitare allo spettatore un’istintiva empatia in
Magpies e nella conclusiva bellezza di
Cherry Lane.
Di ritorno da incontri che nel mese di agosto si perdono nel sole e nel mare… ritrovare Boris McCutcheon. Non è poco.