Ha scritto più di 100 canzoni nell’ultimo anno, per adesso concentrate su 2 dischi da 1 ora e 15 minuti l’uno, lo strumentale -ma molto interessante-
Aquifer dove la base è la Stratocaster e quest’ultimo
Sink or Swim 1,
Gary Eisenbraun è come un fiume in piena e mancano ancora 2 dischi a completare l’opera.
La lingua conosciuta da Gary Eisenbraun è una sola, e la usa per parlarci di come la vita scorra e muti proprio nella stessa direzione nella quale scorre il tempo del rock e verso cui la chitarra la spinge, difficile opporsi a
Who's the Fool e
Second Guessing se amate una base classica del rock a tutto vibrazioni elettriche, e difficile è anche allontanarsi da Sink or Swim 1 e interromperne il flusso magmatico e magnetico (
Up in Flames e
Sink or Swim a
Breaking Diamonds e
Time Standing Still dove la ricerca della melodia si fa apprezzare).
Con i dischi di Gary Eisenbraun bisogna afferrarne il ‘funzionamento’ è il presupposto per (in)seguire il racconto in note di lunghe cavalcate alla chitarra, mai doma, brilla in
Love on Thin Ice, nel cuore di
Fear of Things to Come e in
Spell of the Silver Moon, e tallona in scioltezza nel finale anche
Close Enough for Rock and Roll e
By the Wayside per un flusso di note frammentate che se nascono la mattina difficilmente tramontano la stessa sera.
Durano a lungo i dischi di Gary Eisenbraun.