Me li ricordo a Roma ad aprire lo show dei
Blues Pills, stesso impeto nella vocalist Heidi Solheim, stesse chitarre taglienti con Espen Elverum Jakobsen, difficile restare immuni a questa corrente nordica così impetuosa, i norvegesi
Pristine hanno la stessa capacità di vivere e comunicare il paesaggio e il territorio coperto da un fosco blues-rock di matrice anni ’70.
You Are the One apre
Ninja, quarto disco, con la reiterazione obbligata delle ‘falde di passato’ rock quanto mai necessario, altro che da memoria breve, difficile affossare il ritmo di
Sophia e
The Rebel Song che restano a lungo in circolo, nulla di male se
The Parade e
Ninja riescano a trasmettere con estrema semplicità il sentimento di un tempo passato, quando la storia del rock si faceva e non si raccontava.
Tra l’opaca e velata ballata di
Ghost Chase e i 7 minuti di una psychedelica
Jekyll & Hyde, si arriva in fondo a Ninja con un senso di rasserenamento con l’aggiunta degli altri 7 minuti chitarristici della traccia live di
No Regret (Live From Tromsö), da impatto emotivo mentre una domanda ronza insistentemente nel cervello. Da sola non vale tutti i nostrani Wind Music Awards dell'ultima decade?