A parte il testa/coda in
Prayer for Peace, dopo 4 anni di silenzio ecco l’ottavo disco dei fratelli Dickinson (Luther (chitarra/voce) e Cody (percussioni, piano e tutto il resto…)) altro bel viaggio tra Nord e Sud del Mississippi, da lì non vogliono schiodarsi i
North Mississippi Allstars, ma le melodie non sono così schematiche.
La linea che segue la slide guitar nei brani iniziali è decisamente impervia e stopposa (
Need to be Free e
Run Red Rooster) ma non è una sola, al di qua e al di là del delta blues in
Miss Maybelle e qua o di là di riecheggiamenti bucolici in
Stealin, non sono molti quelli che hanno un piede di qua e uno di là e i North Mississippi Allstars hanno anche i piedi da altre parti, in luoghi appartati (la coda finale con
Bid You Goodnight).
La mappa di Prayer for Peace non ha solo queste zone, quel che serve chiedersi è cosa ci sia di buono, poco importa che sia nuovissimo, ‘nuovo’, meno nuovo o anche ‘vecchio’, il fascino di
Deep Ellum entra sottopelle e difficilmente ti molla, il blues di cui i fratelli Dickinson sono figli e che in Prayer for Peace sono pronti a rigenerare, di cui si nutrono, vampirescamente, gelosamente e ossessivamente nella bellezza di
Bird Without a Feather, come di quell’amore di cui non si può fare a meno (l’illuminante rilettura del classico di McDowell
You Got to Move, con la partecipazione di Danielle Nicole).
Intriga
61 Highway, sembra attraversare l’esistenza dell’essere umano come un palpito, svolazzando al di sopra dei quotidiani affanni, calandosi nel cupo delta del mississippi e restandoci con
Long Haired Doney, perché lì, il tempo della chitarra elettrica è come un cerchio piatto.
Tutto ciò che fai o farai, lo rifarai ancora, ancora e ancora.
A te che ti muovi tra la verticalità dei grattacieli dove vivi e lavori e l’orizzontalità sotterranea della metropolitana, un puntino minuscolo tra un’ascissa e un’ordinata di una grigia Metropoli, goditi questo raggio di sole dal Mississippi.