JASON ISBELL AND THE 400 UNIT (The Nashville Sound)
Discografia border=Pelle

     

  Recensione del  30/06/2017
    

Jason Isbell, songwriter sopraffino, riesce a mettere sulla tela di The Nashville Sound il peso delle emozioni umane girandoci intorno con poetiche ballate e allo stesso tempo, con brutale onestà, ad enfatizzarle col rock e le chitarre.
The Nashville Sound ha il sentore degli ultimi accadimenti in terra d’America, culturali e politici, le critiche espresse alla presidenza Trump fin troppo chiare sui social media, ma The Nashville Sound ci porta in altri mondi e in altri modi di fare musica dove dimentichiamo il ‘vecchio’, e come succede sovente, sono gli osservatori che insegnano a seguire il nuovo.
Da una decade con i the 400 Unit (si segnalano il chitarrista Sadler Vaden -un bel cd di rock ‘n’ roll nell’ultimo disco omonimo- e il violino della moglie Amanda Shires) Jason Isbell confeziona un signor disco di Americana, con più grinta rispetto al recente passato, da una parte ballate come Last Of My Kind o anche Tupelo dove assesta un colpo iniziale alle aspettative dell’ascoltatore, di quelle che fanno benissimo al cuore, dall’altra le escursioni elettriche di Cumberland Gap, Anxiety e White Man's World, Jason Isbell accumula frammenti diversi ma sono saldamente attaccati tra loro.
Accattivante il modo in cui The Nashville Sound arretra rispettosamente e devia verso una finestra aperta su un paesaggio bucolico, Chaos And Clothes, Something To Love e l’escursione più ampia nell’elegante bellezza di Molotov, ma l’ultimo bagliore di The Nashville Sound è col rock, sempre pronto a tornare, come la risacca che rincorre la spiaggia fino a ricoprirla, un attimo prima di essere nuovamente trascinato via, come accade sulle note di Hope The High Road.
Le canzoni di The Nashville Sound aprono, forzano, danno un punto di vista sulla musica di Jason Isbell che non potresti raggiungere da solo.
Ti ricordano di chiederti ogni volta cosa ascoltare, in maniera molto semplice.