L’ottavo disco di
Jeffrey Halford da San Francisco, ma è nato in Texas, parla di storie tutte Americane, nel bene e nel male, sanno essere sagaci o romantiche, piccanti o struggenti a seconda delle occasioni, nella malinconia dell’alt. country con la steel guitar affidata a Tom Heyman in
Two Jacksons e il rock ‘n’ roll anni ’60 e quel pizzico di dirty blues dal Mississippi che Jeffrey Halford usa per parlare del Re, Elvis Presley, nella torbida
Elvis Shot The Television, storia vera, un cronista Robert Goulet appare e in TV e ...
Cresce la fiducia nella capacità di
Lo-Fi Dreams di creare insieme ai
The Healers architetture melodiche di senso dentro la narrazione di altre intense ballate come
10,000 Miles, e ci riesce bene in
Door #3 e
Last Kiss, o quando da voce alla protesta in
Good Trouble e irrobustisce le chitarre in
Bird Of Youth.
Lo-Fi Dreams è un disco amorevole e girovago, dolente e focoso anche nel finale,
Sweet Annette contro
Lookin For A Home, alla conclusiva
The Great Divide, un attacco di pianoforte e chitarra, così dolce e sussurrata, così minimale e leggera, dove, circolarmente, i buoni sentimenti tornano a darsi appuntamento.
E quello di Lo-Fi Dreams non bisogna lasciarselo scappare.