Canadesi, un quintetto che basa sul rock ‘n’ roll spinta e scuotimento per il disco d’esordio
Still Fools.
Le prime pulsioni di
Lord Of Light ribollono lentamente, ma mordono e deflagrano tra la voce del chitarrista Geordie Wilson ma come accenna il fischiettare di
Higher Into The Fire, una luce gelida, bloccata in rimandi epici di frontiera, attraversa Still Fools.
Frontiere da abbattere ma senza vedere limiti da stabilire con la preziosa armonica di Dylan McRae e la chitarra di Mike Webster.
The Silver Eel e
Get Drunk On Love lavorano bene sul corpo del rock, sanno come ferirlo, come le ballate, intriganti (che dire della preziosa versione di un classico come
You Are My Sunshine!), dove l’irrequietezza è trattenuta sul fondo di
Lady Wolf e nella strumentale
Morrow, ma non è in disparte, pronta a emergere con convincenti assoli chitarristici, gli Still Fools esponenti di un rock senza fronzoli, avvolgono il loro sound intorno alle chitarre pedinandone gli stati d'animo nei 6 minuti di
Hell's Gate e immergendolo in un involucro sofisticato e vorticoso, concentrico, che pur nella discrezione e delicatezza dell’armonica, non lascia respiro.
Due bonus track, la tosta
Abyss e l’isola acustica di
Daze Of The Dreamer utili a definire un certo insieme di dati dove emerge la legge generale dei Still Fools, comoda per combattere il grigiore suburbano dei cosiddetti non luoghi che ci circondano.