Transmitter Blues è un intrigante viaggio nell’Americana, non vi lascia fuori e tantomeno per strada.
Morgan Haner è un cantautore del Michigan, pensa alla chitarra come un’entità funzionale, e conta parecchio nelle ballate dall’andatura regolare e quieta (
My Old Star,
All the Hidden Things e
Fifty Thousand Watts) l’affonda come un bisturi tra le pieghe/le piaghe della storia di Transmitter Blues, un disco che si presenta sulla carta come un grosso gomitolo di 15 brani ma facile da sciogliere perchè sostenuto da una volontà produttiva efficace.
Figure It Out (Low Side),
Die (With a Guitar) e
Abilene,
Signals/Noise, sono sempre affilate con il rasoio del rock, protagonista come la poetica spirituale in
Paying for My Days, ma anche capace di un racconto tra i corpi e gesti country in
Champagne and Roses, con la natura nostalgica dell’armonica in
Righteous Man e nella ballata acustica finale di
Before I Could Find You.
Ci si abbandona ad un seducente piano geometrico monodimensionale e Morgan Haner se ne posiziona esternamente, riuscendo a variare in verticale la posizione di gradimento su Transmitter Blues.