SMOKEY FINGERS (Promised Land)
Discografia border=Pelle

     

  Recensione del  05/12/2016
    

La ‘Terra Promessa’ alla ricerca dei sogni del vocalist Gianluca “Luke” Paterniti e del chitarrista Diego “Blef” Dragoni non è mai stata così vicina, a cinque anni dall’esordio la band italiana degli Smokey Fingers piazza un lavoro maturo, graffiante, il southern rock sborda i perimetri esterni del passato e raggiunge un fuori campo in Promised Land, incredibilmente visibile.
Immagini dagli Stati Uniti, di un viaggio con lo zaino in spalla alla ricerca di un altrove e Black Madame mostra subito che Promised Land non nasconde segreti senza vita, ma affollata di memorie del passato del rock, respira dalla convincente Rattlesnake Trail, le chitarre sono elementi rappresentati con un tratto malinconico che diventa cupo e ancor più inquietante grazie a un accompagnamento sonoro martellante, la piacevole scia sudista di The Road Is My Home sigla l'intero disco, solcato da lame luminose (Damage Is Done e Floorwashing Machine Man), segnali e indizi fendenti (The Basement, i due volti di No More alla dolce Last Train), pronti a essere riattivati dal sistema nervoso di quell’ascoltatore narcotizzato oramai dalla Tv, potrebbe agguantarli con uno scatto improvviso, chissà.
Nel finale Stage, Thunderstorm e Proud & Rebel sono brani che valgono molto, hanno molto da dare gli Smokey Fingers, ma nel mondo in cui vivono, l’Italia, le loro abilità non sono adeguatamente stimate.
Purtuttavia, non si lasciano abbattere. Lavorano, hanno famiglia, quando è possibile continuano ad amare l’America e a suonare.
Ecco manca solo l’America, la meriterebbero.