Kentucky, i
Whiskey Riders esplorano passione e vita di un america bucolica,
1865 è un intrigante mix di Country/Bluegrass e Americana/Rock, il banjo solca lo spazio di
Shine On, ne espelle la profondità, compatibilmente alla voce di Jonny Whitewolf, luminosa e densa in
Castle, a sottolineare ogni risvolto e sfaccettatura di 1865.
La divertente
Woman's Like A Bottle brilla anche per l’equilibrio della scrittura, per la voglia di non strafare senza mai scadere nel banale infatti vira al rock, acido e dirompente (d’altronde parla di donne),
Two Of A Kind,
1865 e
Harlan Blues (River Made Of Stone) partono leggere per poi toccare, sempre tra le corde del banjo, tematiche delicate e a tratti perfino rischiose, le chitarre stridono, si alza il ritmo,
New World e
Freedom incantano e respingono, avvolge il suono dei Whiskey Riders.
Come il temporale che irrompe in
Storm In The Hollar, il modo in cui il rock scivola sottotraccia, senza lambiccarsi in una semplice melodia anzi, il
meglio di sé 1865 lo dà quando si allontana un attimo dalla volontà “agreste” che pervade i Whiskey Riders, fondamento della conclusiva
Find Our Way, dove il violino viene messo in primo piano: ma in entrambi i casi la band di Louisville si è saputa ritagliare questo spazio, anomalo e irrequieto, osservatorio privilegiato su un proteiforme orizzonte americano.