L’etichetta ‘Bluegrass band’ ai canadesi dei
The Dead South è sempre più calzante perchè gli elementi rock questa volta scompaiono quasi del tutto, al folk toccano le dissolvenze, e mai insistite, ma sono come un fermo immagine improvvisi che interrompono il respiro affannato del banjo, anche solo per un paio di minuti, i ralenti fanno bene a
Illusion & Doubt e i Death South sono così ispirati da regalarci una piacevole parentesi agreste.
Nate Hilts (vocalist e chitarrista) compone piccoli specchi bluegrass che ne formano uno più grande, il violino e le chitarre deformano e sfasano lievemente ciò che è riflesso lontano dal banjo nei cambi di ritmo di
Boots e
Every Man Needs a Chew, l’altro vocalist Scott Pringle si ritaglia spazi più o meno ampi da
Deadman's Isle in poi, dove i Dead South procedono a lunghezza fissa, più o meno annerite dal gradimento.
La morbida steel guitar impreziosisce la melodia di
The Good Lord e dell’intensa
Massacre of El Kuroke dove il mondo del passato se ne va senza che noi possiamo opporci, Illusion & Doubt veicola con estrema efficacia il suo messaggio ‘serio’ proprio perché è lì che i Dead South lavorano in modo estremamente meticoloso, amabile sia
Hard Day che la conclusiva
Gunslinger's Glory, fautori di un suono di spoglio rigore, i Dead South girano brillantemente ‘nell'occhio del bluegrass’.