WHISKEY MYERS (Mud)
Discografia border=Pelle

             

  Recensione del  04/12/2016
    

Al quarto disco il vocalist Cody Cannon gioca in continuazione con gli spazi e i luoghi dell’universo ‘Sudista’, dà vita ai Whiskey Myers i quali tentano di far aderire, di volta in volta, Mud con degli spazi che si moltiplicano progressivamente, che sembrano senza limiti, senza restrizioni, senza leggi prestabilite a sentire prima il violino che solca On The River con la coda elettrica finale che introduce la vibrante Mud per poi spiazzare tutti con la sezione fiati di Lightning Bugs And Rain.
Insomma il vento del Sud sembra sparpagliare in ogni direzione Mud, quello forte di Deep Down In The South, quello che sgorga da Some Of Your Love e Frogman, lì i Whiskey Myers lo attraversano tra la luce e il buio dei riffs chitarristici di Cody Tate e John Jeffers, come un tunnel sotterraneo apparentemente minaccioso, poi i Whiskey Myers risalgono, e non è poi un male, il buco centrale al piano di Stone prova a riprodurre sembianze identiche secondo prospettive irrimediabilmente deviate, non delude, il guizzo finale è accattivante, come l’immersione acustica di Trailer We Call Home pensando a casa, Palestine, in Texas.
Da citare Hank, un ricordo del frontman Cody Cannon a quell’album che gli ha permesso di cambiare l’angolatura sulla propria idea di musica, ovvero Hank Jr.’s The Pressure Is On e la partecipazione del produttore Brent Cobb insieme al gruppo nella festosa chiusura di Good Ole Days.
Mud apre altri squarci su una discografia già di sostanza e ora ancora più interessante da scoprire.