Teddy Morgan è un artista in continua evoluzione. Originario di Minneapolis ma texano d'adozione, esordì nel '94 con
Ridin' in style, un album principalmente blues, seguito due anni dopo dall'ottimo
Louisiana rain disco con le stesse tematiche, ma che faceva intravedere che Morgan ci sapeva fare anche come songwriter (la title track era un piccolo gioiello) ed aveva anche influenze diverse, che andavano da John Fogerty a Neil Young.
Teddy formò poi i Pistolas (a Milano non farebbero una gran carriera...), con i quali registrò due buoni dischi di studio (
Lost love and highways e
Crashing down) e l'interessante
live At black cats, in cui Morgan dimostrava anche di essere un valido performer: in questi lavori il nostro lasciava da parte le radici blues, per calarsi a tutto tondo nel mondo dell'Americana sound, in cui rock, country, blues e folk si amalgamavano nel classico stile dei songwriters a stelle e strisce.
Con
Freight Morgan ci consegna indubbiamente il suo disco più maturo e cantautorale, dove perizia e feeling, bravura e belle canzoni vanno a braccetto: un disco in cui riversa tutto il suo bagaglio d'esperienza (che ormai comincia a diventare importante), offrendoci una serie di composizioni solide che ben figurano grazie anche alla sua voce duttile, in cui si iniziano a sentire gli echi di un certo Springsteen. Ospiti del disco il chitarrista e leader dei Cracker,
Johnny Hickman, il batterista dei Wilco
Ken Coomer, oltre ai
Calexico al completo in un brano.
Freight si apre con una cover: è
No such pain as love di Willy De Ville (era in
Loup Garou, sempre in apertura), riproposta ottimamente, in cui Teddy mette in primo piano la bella melodia con un ritmato accompagnamento countryrock.
Searching for you, voce e strumentazione acustica, sta giusto a metà tra country e folk appalachiano, con il suo sapore tradizionale in primo piano: è il tipo di canzone che potrebbe fare Gillian Welch quando deciderà di esibirsi con una band. La tignosa
Train non è particolarmente originale, un rock senza grandi guizzi con voce filtrata e qualche effetto di troppo; molto meglio
Waiting on you: una gran bella ballata, tenue e gentile, con Morgan che canta in maniera appassionata una melodia strappacuore, con l'apporto di una suggestiva steel sullo sfondo, il tutto senza alcuna leggiadria stile Nashville.
Strobe light è puro folk, anche se elettrificato, eseguito con una sicurezza tale da far pensare che Teddy non abbia mai fatto altro nella vita;
She belongs to me (proprio quella di Bob Dylan) è resa in coppia con Hickman, con un gustoso arrangiamento countrybluesboogie, come se ci fosse lo zampino degli Stones. Belli i duetti di chitarra fra i due leader.
1000 miles è una tipica songwriter's ballad, quasi sussurrata, sempre con il folk nei cromosomi;
World for the knowing, che inizia piano e termina in crescendo, ha un incedere quasi springsteeniano, ed alla fine risulta essere uno dei brani migliori del disco.
Round every bend, scritta e suonata con Ken Coomer, ha ancora la voce filtrata, ma l'andamento sghembo e quasi lowfi, unito al beat secco, tra Stones e Fogerty, la rendono decisamente intrigante;
Middle of the night conclude il disco con una ballata acustica (vocechitarraorgano) molto evocativa, ancora con echi del Boss.
Come bonus tracks troviamo due brani dal vivo:
Moon so high, roccata ma orecchiabile e dal ritornello corale, e
Along the way eseguita in compagnia dei Calexico, nello stile "desertico" tanto caro alla band di Joey Burns. Bel dischetto:
Teddy Morgan è ormai un musicista completo, e
Freight è il suo lavoro più equilibrato fino ad oggi.