Heavy Soul, il titolo spiega bene il lavoro di
Timo Gross, i protagonisti sono la musica e la vita, la musica che diventa vita e la vita che si fa musica.
Il blues/rock del songwriter tedesco sono come veicoli pieni di senso e significato utili a riempire la scomodità del silenzio, li ripete, bisogna andarseli a cervare in
Gallis Pole,
One Way Ticket e
Spanish Boots, ma per il resto tra
The Desert,
Get Up e
Caribou River i giochi alla chitarra elettrica e acustica (gran lavoro in
Travellin, Pt. 2) arrivano diretti dal Mississippi e conquistano il centro di Heavy Soul, mostrando l’anima profonda di Timo Gross che rifugge dalla facile melodia.
Palleggiano entusiasmi e scoramenti esistenziali (la ballata
That Something e la conclusiva
Why), e si badi bene, sono come due linee tipo ascissa e ordinata, lo spazio del blues all’interno delle quali è pressoché illimitato, e sta tutto scritto nella sinossi di accompagnamento di
Time Ain't Tight, insomma ci sarà ancora tanto da dire su Timo Gross.