
Ambizioso progetto della cantautrice texana
Terri Hendrix, un altro giro nel
Project 5 (saranno 4 i cd’s alla fine del 2016),
The Slaughterhouse Sessions è un disco gospel-blues prodotto e suonato con Lloyd Maines, a restituire uno spazio d'eccezione nel quale si entra duro su guerra, povertà e razzismo, perfetti per il blues : “
I think of Project 5 as a marathon”, spiega la Hendrix. “
Each leg is its own separate journey, but they all lead to the same destination.”
The Slaughterhouse Sessions non accetta confini e sembra emergere nel chiuso degli spazi del blues in
Bury The Devil e
Trouble's On Your Mind dove si distingue il lavoro all’armonica del bravo
Ray Bonneville che sguazza anche in
Ain’t It A Shame e
One Of These Mornings, mentre Terry Hendrix non mostra di avere peli sulla lingua, la realtà la sposta, la taglia, la riduce in poltiglia e alla fine pulisce da terra gli scarti e le frattaglie anche con le 3 covers che rimandano attenzione (
I Will Arise,
Sun of the Soul e soprattutto
Crocodile Man, dalla parte del folksinger Dave Carter).
Le immagini sono forti, niente viene risparmiato, l'impatto sonoro continua a essere sicuro tra l’acustico in
Double Shift Tuesday e l’elettrico con l’accattivante
Call You To The Carpet e
The Lowdown.
La coabitazione in Project 5 è sempre più interessante, quattro dischi che sono quattro mondi e quattro diversi immaginari di Terri Hendrix.
Ma per questo, c’è ancora tempo.