ZZ TOP (Live - Greatest Hits From Around The World)
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  Recensione del  03/12/2016
    

Un live dei ZZ Top? Merce rarissima se scartiamo i bootlegs.
L’idea è quella di una raccolta dei loro successi in giro per il mondo (concerti registrati tra il 2008 e il 2014) Live - Greatest Hits from Around the World credo avrà un seguito, gli estratti si fermano al 1995 ed escludono La Futura inciso nel 2012, chissà, ma il catalogo della banda texana è talmente ricco che poco importa.
Il succoso giro mondiale parte da New York con Got Me Under Pressure e la gibson di Billy F Gibbons, il basso di Dusty Hill e la batteria di Frank Beard sono così deflagranti da esplodere in diverse direzioni, quelle da non perdere sono a Las Vegas nel solo centrale di Beer Drinkers & Hell Raisers, a Nashville dove l’armonica illumina Waitin For The Bus e Jesus Just Left Chicago, ma anche sotto al sole a Sao Paolo con Legs e la circolarità della trama degli Zz Top, la fitta rete di richiami al passato e di spiegazioni 'a posteriori' s'inseriscono in Live - Greatest Hits from Around the World in modo semplice e lineare.
Come dimenticare Los Angeles con Sharp Dressed Man e Vancouver con I'm Bad, I'm Nationwide a mostrare un loop che si avvolge e si dipana all'indietro e che ci fa ri-ascoltare canzoni storiche come Gimme All Your Lovin in quel di Houston, lasciando la Londra (in compagnia di Jeff Beck) di Sixteen Tons il compito di chiudere il giro attorno allo scheletro di Live - Greatest Hits from Around the World.
Intrigante come scatole cinesi, le quali, si trasformano nel fulcro d'interesse dell'opera nel suo insieme.