Rain Crow è come una scala che permette a
Tony Joe White di salire sul piano delle immagini dal profondo Mississippi, dove swamp music & delta blues sono figure sbiadite del loro corrispondente ideale.
Atmosfere scure, torbide per il 73enne Tony Joe White, una ventina di album sulle spalle, Rain Crow lo ha registrato nel suo studio (e prodotto col figlio), una voce profonda, baritonale, la chitarra stride e la usa come un vetro a prismi quadrati che deforma e liquefa le intriganti
Hoochie Woman e
The Bad Wind, dove la distanza tra ciò che è, e ciò che sembra, pare essere contenuta solo nel breve scarto dello sguardo di Tony Joe White sul mondo che lo circonda.
Un mondo funereo e suggestivo allo stesso tempo, ripetitivo nei riff alla chitarra ma pieno di fascino, Rain Crow si svolge in modo non tradizionale con una ritmica pulsante e ossessiva, nelle zone timbriche intermedie e sfuggenti utili a proiettare su
The Opening Of The Box e
Rain Crow un'ombra salutarmente ambigua.
Right Back In The Fire è di grande suggestione, di struggente. nostalgica freschezza mentre finisce col confrontarsi col cuore selvaggio della quotidianità,
Conjure Child e
The Middle Of Nowhere (scritta con
Billy Bob Thornton) ci conducono attraverso territori sconosciuti e pertanto potenzialmente forieri tanto di benefici e meraviglie, quanto di insidie e pericoli.
Fissare con
Where Do They Go desideri ed emozioni, splendide ballate elettriche che si chiudono con
Tell Me A Swamp Story (‘
Not like the ones on TV, I want something that makes me shiver Feel a coldness in my knees’) canta Tony Joe White mentre l’armonica attraversa il mare di Rain Crow, che porta a un altro mare.
Non so cosa accadde la prima volta che ascoltai Rain Crow, ma mi rapì. Un effetto che mi travolge ancora.