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Nati per caso dall’idea di
Todd Snider, il super gruppo
Hard Working Americans dopo un album di covers utile a destrutturare in tasselli un passato comune, tornano con del materiale nuovo di zecca e fanno sul serio con
Rest In Chaos.
Canzoni lanciate sopra e sotto il livello del rock, legate dall’introspezione le due ballate iniziali
Opening Statement e
It Runs Together, passate di mano in mano tra le chitarre di Neal Casal e Jesse Aycock a restituire quel movimento incessante che entra prepotentemente coi riflessi biblici di
Half Ass Moses, frammenti di cose, di vite che si scompongono e si ricompongono, profondità misteriose e ribollenti con
Dope Is Dope, gli 8 minuti di
Acid, l’armonica che illumina la trascinante
Throwing The Goats e
Burn Out Shoes, e qui Todd Snider lascia pensare che gli Hard Working Americans non sono un passatempo per rodati musicisti.
Ballate elettriche che hanno personalità,
Roman Candles,
Ascending Into Madness e soprattutto
Massacre, accentuando aspetti lugubri, verso i quali palesano riferimenti precisi, costruiscono un'impalcatura sonora incombente, a tratti soffocante, ma dove lasciar penetrare la luce del rock, brucia, come nella conclusiva
Purple Mountain Jamboree.
Rest In Chaos e gli Hard Working Americans guardano avanti, con un occhio alle incognite dell'esistenza ma cogliendone soprattutto passione.