BLACK PISTOL FIRE (Don't Wake the Riot)
Discografia border=Pelle

     

  Recensione del  29/08/2016
    

Il duo dei Black Pistol Fire anche in Texas, si sono trasferiti ad Austin (“It’s great place to be if you want to be surrounded by all of that. And yeah, the clubs and the venues are top notch. We are completely in love with Austin, Texas"), inseguono un viscerale blues-rock dall’anima sudista, non rifugge dal loro passato che ha il sopravvento su Don’t Wake the Riot, ma senza soffocarlo.
Acida la chitarra in Hard Luck e cambia lo sfondo in Bad Blood, muovendosi nel perimetro della sezione ritmica di Eric Owen che prende le misure in Storm Cussin', anomala, per quanto eclatante in Fleet Foot e Copperhead Kiss, i Black Pistol Fire costruiscono un disco a imbuto, dove il percorso nel blues sfocia in un perfetto contrappasso con il rock (Morning Star, Wake the Riot e nell’eloquente e preziosa Tombstone Taillight).
Don’t Wake the Riot è un continuo di sporgenze di una memoria nel blues-rock agonizzante ma mai sepolta, e i Black Pistol Fire non lo sminuiscono nemmeno nel finale con Cry Hell e non lo relegano sullo sfondo di Slowknife Stiletto e nella convincente ballata di Blue Blazes.
In Texas hanno trovato un punto di equilibrio nel loro percorrere itinerari interni ed esterni al blues utili a definire Don’t Wake the Riot.