‘During the last three tours, fans asked me again and again for a cd which sounds like Davy stage performance. Solo acoustic, just the guitar and the goosebump voice. Here it is !’ Il 21esimo disco di
David Munyon è acustico, non è certo il primo (3 per l’etichetta Mobile Home Records),
Clark è nato durante il tour del 2014 su volere di Sebastian Linke, tour manager e responsabile della versione tedesca del sito web di David Munyon.
Il fascino di una ballata come
Leaving Moscow In A Stolen Car cattura immediatamente l'ascoltatore, come in un concerto, dove partecipa emotivamente agli stimoli musicali, si impossessa dello spazio, è consapevole di fruire quella semplice magia acustica, la voce e i testi di David Munyon poi fanno il resto, due poli cromatici, una luce a 'illuminare' le nervose
They Can't Do That Stuff In A Holy Place,
She's Got Tattoos e
On The Autobahn, con in prevalenza le sezioni di snodo introspettive e l'oscurità a immortalare non solo lunghe scene di vita raccontate con la consueta perizia in
California Dreamin's,
Lincolns Funeral Train e
Like A Runaway Train.
Si sa, è difficile ascoltare la bellezza del suono della chitarra e i ‘versi’ recitati da David Munyon (
They're Freeing Mandela This Morning,
Painting Smiles On Old Clowns e sulle strade texane, la bellezza di
Strawberrys & Wild Honey) in una società che distrae facilmente e che è principalmente attratta dal denaro, ma Clark sa muovere corde emozionali capaci di scuotere la nostra apatia esistenziale.
Come dire: l'uomo può e deve ancora sognare attraverso il cuore.