Paul Reddick in 25 anni ha fotografato e misurato poeticamente il corso del tempo del blues, l’armonica e le chitarre che accolgono
Shadows è il modo migliore per introdurre
Ride The One, un disco pregno di amore, morte e voglia di riscatto con un ospite alla chitarra come Steve Marriner (dei
MonkeyJunk) insieme per attraversare le frontiere del blues, elettrico, ruvido e invitante come
Celebrate e
It Goes With You, Paul Reddick è pronto a ri-giocare la propria identità proiettandola in un orizzonte che va oltre quell'angusto spazio.
Un ritmo incalzante ma con qualità, le tenebrose
Mourning Dove e
Diamonds, la melodia trova spazio in
Gotta Find A.. e
Watersmooth con un effetto di sapiente crescendo, dettagli di un disco limpido, per come è efficace nel portare a galla i suoi temi,
Ride The One ama far fare salti all’ascoltatore, l’armonica in
Living In Another World è come uno sparo a bruciapelo, un sasso che frantuma un vetro, le ripetizioni ossessive alla chitarra in
I Tried To Tell You.
Si acquietano entrambe nella magica ballata di
Love And Never Know, un modo d'immaginare un mondo altro e più sorprendente, aperto all'inatteso e a un intenso livello di realizzazione del sé, un disco da vivere nei nostri spazi urbani da percorrere insieme a Paul Reddick per poi perdersi nella conclusiva
Moon And Star, e lasciarsi stregare dalla notte e da Ride The One.