Il songwriter di Austin proietta all’interno di
It Ain’t Pretty le atmosfere pesanti e ballerine della vita, principalmente di una coppia, e si conforma come un disco stratificato, composto da sfoglie sottilissime e trasparenti, una sovrapposta all'altra, di rock texano, “
The record is kind of talking about things that are difficult, and not necessarily the sunny side of life”, spiega
Aaron Einhouse che imbraccia chitarra e armonica, due ipotetiche dighe capaci di limitare il lungo flusso di immagini in movimento che arrivano dalla solida e traballante
Dancin'.
Il duetto continua, la ficcante telecaster addolcita dall’armonica sono come proiezioni della mente, dove lo spazio di
That's What You Get si risolve in una questione di matematico esistenzialismo, ma contribuiscono anche a creare l'atmosfera di liquida nostalgia depositata da Aaron Einhouse sullo svolgersi di efficaci ballate elettriche in
It Ain't Pretty,
My Susannahe
Like Rock n Roll, senza attaccarsi al rimpianto del passato, si adagia su una decantazione di stili ‘made in Texas’.
Dettagli country scorrono velocemente dallo sfondo di
On & On e
The Fall of Eli Wilde alle rifiniture della pedal steel in
The Richest Man, vengono ‘smontati’ e ‘collocati’ (‘bloccati’) in diversi spazi andando a costruire il significato stesso di It Ain’t Pretty, il pianoforte si aggiunge in un'altra ariosa ballata,
Thinking of You, con una determinata profondità in una scenografia precisa, con i corpi delle chitarre che si muovono da un certo punto dello spazio a un altro di
I'm Done con determinati movimenti che ne velano o rivelano una porzione o la loro tonalità.
Troppo intriganti per essere insignificanti.