Il bel disco acustico di sole covers,
Blueprints del 2014, ha favorito l'apertura di
Adam Karch a un interessante, benché circoscritto, rinnovamento in
Moving Forward, perché ora c’è un trio, Marc-André Drouin (basso) e Bernard Delauriers (batteria), per un suono elettrico senza dimenticare isole acustiche e qualche azzeccata cover.
Giovanissimo, nemmeno diciottenne, era in tour con Jeff Healey, non male per un chitarrista canadese con la passione per il blues e la ballata folk/americana, una voce accogliente e avvolgente, perfetta quando decide di rispolverare ‘classici’ come
Night Moves di Bob Seger, la
City Boy di Keb’ Mo impreziosita dall’armonica e sorpresa,
Werewolves Of London di Warren Zevon, esprime un talento che si conosceva, ma stavolta per Moving Forward ci sono battiti e respiri elettrici in
Seaside Venues e soprattutto
Those Steady Lights.
L'azione fisica del toccare il blues, nutrirlo, plasmarlo, diventa atto di appropriazione indispensabile per
Did You Get The Latest News e
Lil' Black Dress, intrigante l’intro strumentale di
Somewhere In El Paso che apre la ballata di
City Boy e impattano sul bersaglio di Moving Forward, sviluppando energia in
On A Cold Grey Sky, e si incalana anche nel finale in una rete di argini che scartano in direzioni brillanti,
The Contract, la pedal steel che entra in
Louis Collins, seminando e innaffiando in profondità un songwriting finissimo nella ballata conclusiva di
Realize You're Mine.
Moving Forward funziona sia quando lavora per lampi elettrici e sia per frammenti acustici.