C’è spiritualità, ma non siamo dalla parte del San Francesco D’Assisi del film di Zeffirelli annata 1972 (Fratello sole, sorella luna), Liberty Dave Lambert e Donna Dahl, a.k.a.
Brother Sun Sister Moon, ci spingono lungo il Mississippi, nella nuova casa ad ascoltare l’ambigua bellezza di
Bentonia Blues, scolpite a tutto tondo nel blues, con sagome ritagliate nella tradizione (
Ain't Got No Money e
St Paul Woman), ma con il loro carattere, perché
Liberty (e la stessa
Title track) possiede un'intensità tutta speciale.
È tutto un andirivieni tra quotidianità e lunghe visite spirituali come le intriganti ballate di
Old Negro Spiritual e
Slavery Blues, come se le spesse mura del blues di Liberty fossero diventate porose, il delta blues si fonde perfettamente in
Preachin' Blues, e l'ostinato percussivo della slide guitar è studiatamente ansiogeno anche in
Darkness Coming On e nel finale con
Wish You Were Here e
Too Much Worry.
Brother Sun Sister Moon spezzetta, mescola, manipola sentimenti nelle ballate (chi tende a salire,
Everlasting Love, chi tende a scendere,
Soldier's Prayer) non è forse un'arte predigestiva della trasformazione di Liberty? Luogo alchemico per un passaggio ad altra vita? Chissà, ma il bello ad esempio di
Changing Times, è una melodia che non si ricompone mai in compiacimento dell’ascoltatore, ma apre a percorsi produttivi e le chitarre aspettano pazienti che gli argini si crepino, per prorompere fuori controllo. Altro che Zeffirelli.