Armonica blues sporco e ridondante, la cortina del buio per mostrare l'invisibile che si cela dentro l'oscurità, idee alla foce del Mississippi, quasi, perché sono Polacchi, ma dal 2008 quando sono nati i
Two Timer, con un Ep e il debutto omonimo del 2014, il volo in America era nell’aria, pronti a conquistare i blues festivals intorno a Memphis e
The Big Ass Beer To Go conferma che la strada percorsa ha prodotto frutti interessanti.
Dicevamo dell’armonica, entra in gioco da
Hank e non smette mai di affiancare le sinistre chitarre in The Big Ass Beer To Go, un assioma intenzionalmente scuro ma non freddo, il roboante sovraccarico di
Stick To C ti si incolla addosso come (una)
New Cocaine, i Two Timer lasciano al blues il compito di gestire
MLS in maniera libera, viscerale nell’accensione di ritmo di
Tie One On, e casuale tra la malinconia di
Woods e la lugubre storia di
William Stanley Miligan.
Anche se alle volte ritornano su percorsi già tracciati, i Two Timer non si arenano nelle secche di un disco blues convenzionale (lambito da
21 e
5 Dollars), ma come ribadiscono
Chinaski e
The Bubble, The Big Ass Beer To Go non è un albero che muore di siccità dopo aver promesso grandi fronde su un fertile terreno. È bello verde e cresce forte.