Suono chitarristico, vecchia scuola, Blues rock anni ’70 acido e indomabile, occorre ammetterlo, Mike Onesko (voce e chitarra) non ha perso nulla della sua struggente ruvidezza!
Journey To The Stars trabocca in vere e proprie convulsioni chitarristiche (new entry, lo accompagna un nuovo chitarrista, il danese Martin J. Andersen), e si travasano da
Rock N' Roll Is My Life, sguscianti e nocive come
Smokehouse Row, il 12cesimo disco della
Blindside Blues Band è un alternanza di cupi e claustrofobici viaggi chitarristici, un granitico blues-rock e spianate melodiche orizzontali attraversate dalla luce della chitarra (
Calling My Name e
I'm On Fire).
Journey To The Stars ha una sola missione e obbedisce a una logica formale di chitarre e percussioni, quelle di Jeff Martin pronto a magnificare i tempi e gli spazi di
Freight Train e
Shadow In My Dreams, e se i testi rimandano a un mondo ‘divertito’, le chitarre lo negano nella succolenta
Fly On High, e lungo la strada può deflagare in violenza all’arma bianca in
Rolling Down The Highway, non imbrigliabile, non ingabbiabile, non confinabile entro recinti di qualsiasi tipo, un blues-rock refrattario a ogni specie di vincolo, di obbligo, di costrizione negli ultimi intensi 15 minuti finali:
Sign Of The Times e la ‘dolce’
79 Cent Blues.
Blues e rock non sono chiusi in un unico bozzolo, ma Mike Onesko ha operato per distruggerlo in nome di tutti e di ognuno di loro.
Come non essere solidale con la Blindside Blues Band.