“I came out to New Mexico in the fall of 2005 and just fell in love with the area and the landscape. I wanted to make a change in my life, and I wanted to pursue music”, parla di Albuquerque
Russell James Pyle (un passato nella band The Porter Draw) lì ha scoperto un mondo di idee, come un mare aperto, ricco di fermento, da cui attingere per creare le storie dell’esordio solista
Rise.
Entra in questo mare da
September Song, ballate elettriche macchiate dal banjo, al contempo un crocevia di rotte e un catalizzatore di esperienze per Russell James Pyle, la stridente malinconia di
December Song, tra la pedal steel di
Sweet Virginia o in
Walk On catturano come l’armonica di
A Better Man, tratti bucolici anche in questo caso s'intrecciano e si annodano con il rock e con la vita.
Punto di forza di
Cross the Water,
Joshua e di un songwriter che in fase di scrittura dimostra di essere nel pieno della maturità, pronto ad assestare durezze e spigolosità nella strumentale
Mojave, una parentesi nel quieto muoversi dell’armonica sugli accordi pacati del banjo, lasciati liberi di defluire sullo sfondo elettrico di
Believe the Lie e
Love Rescued Me, strette da una serie di lacci narrativi, che le imprigionano reciprocamente.
Difficile rimuoverle, perché se ne rimane plasmati.