KING MUD (Victory Motel Sessions)
Discografia border=Pelle

     

  Recensione del  06/05/2016
    

Il frontman e chitarrista Freddy J IV dei Left Lane Cruiser proietta la Hollywood glamour di Los Angeles verso gli oscuri e impervi labirinti del mississippi delta blues, in uno straordinario mondo a parte, capace di tenere insieme elementi contraddittori sempre in via di collisione.
Questo è Victory Motel Sessions, traballante, quando un arcigno blues/rock inizia a dilagare da Rat Time e Smoked All My Bud, “The landscape for the album was an eerily quiet Burbank strip of road that contained the recording studio, a liquor store, a Cuban cafe and the Victory Motel that seemed out of place, like it was from another time,” aggiunge Van Campbell, il batterista dei Black Diamond Heavies, a formare il terzetto dei King Mud con Parker Griggs dei Radio Moscow (ospite solo in alcuni brani).
I King Mud resettano una porzione di spazio urbano della città degli Angeli che sembra sfuggire, nascosta tra riffs quasi inaccessibili in Keep It Out Of Sight e War Dancers, a cui si accede lungo un buio androne, quasi un angusto tunnel dove vivono le ipnotiche Take A Look e Back It Up, l’armonica che s’insinua in Arthur's Hooked e Suzy's Cookies, sorprende Victory Motel Sessions: due stili interpretativi differenti, che non si contrappongono, ma s'integrano, si completano, si amalgamano in modo eccellente.
I Can Only Give You Everything ribadisce una messa in scena serrata e un disvelarsi perturbante, incorniciano gli eventi in un disco genuinamente angustiante in cui lo spazio di Blood River stesso diventa spaesamento o vertigine dato la veloce immersione nel mondo dei King Mud.