LAYLA ZOE (Breaking Free)
Discografia border=Pelle

       

  Recensione del  06/05/2016
    

Non lasciatevi ingannare dall'estetica visiva del decimo disco della canadese Layla Zoe perchè divora, recuperando e rielaborando in modo volutamente sporco e rabbioso, il blues in Breaking Free: 1 ora e 10 minuti di marche luminiscenti, con i loro tratti accesi che i ruvidi 6 minuti di Backstage Queen portano subito a galla.
"There's everything in Breaking Free, from blues ballads, to blues-rock, to psychedelic rock", un disco ben più complesso e insinuante nell'intrigo delle tastiere e dei suoni puramente classici della ballata Why Do We Hurt The Ones We Love, armonicamente strutturata in modo da restituire un effetto oscillatorio ipnotizzante, ed è il segreto di Layla Zoe.
Con la partecipazione dell’amico chitarrista alla slide guitar, Sonny Landreth, in Wild One e negli 11 minuti di Highway Of Tears a isolare i particolari, la manipolazione dei colori del blues/rock, luci e ombre suggestive, Breaking Free si strasforma in una sorta di esplorazione dagli infiniti segreti, Working Horse, la ballata Sweet Angel, dalla malinconia incerta, affacciato su orizzonti strumentali stratificati, mentre il lavoro sotterraneo e instancabile sui risvolti armonici si orientano verso un baricentro acustico in Wild Horses, col pianoforte di He Loves Me.
Il confine è sottile, instabile, ma mai scivoloso, le solide Run Away e A Good Man attaccano l'ascoltatore come un'infezione, lo costringono ad ascoltare, a rimanere vicino, e a farsi complice di Breaking Free.