STEVE HILL (Solo Recordings Volume 3)
Discografia border=Pelle

        

  Recensione del  06/05/2016
    

One-man band, il virtuoso della chitarra Steve Hill ha iniziato a suonarla con le sole percussioni affidate al piede nel Volume 1, poi ha modificato la scena, ha aggiunto il basso nel Volume 2 e adesso compare anche l’armonica e maracas nel Solo Recordings Volume 3, ma il risultato è lo stesso: un mix coinvolgente di blues/rock, dolci ballate e covers.
I built the studio, I set up the mics, played everything and mixed it myself”, spiega Hill. “I don’t do overdubs; it’s old school”, espone l'atto in quanto tale e lo impone, senza filtri, per una diretta accettazione del fruitore, ruvide e arcigne Damned, Dangerous e permeano la percezione del blues/rock nella suggestiva rilettura di Muddy Waters con Still A Fool & A Rollin Stone e insieme introducono lo scenario di Solo Recordings Volume 3, grande, per le suggestioni immaginifiche che traspaiono dalle ballate, l’armonica entra in Slowly Slipping Away e la figura di Steve Hill spicca per complessità e profondità in Troubled Times, Emily e Smoking Hot Machine.
Picchia duro con Rhythm All Over, Walking Grave e Can’t Take It With You, spacca Solo Recordings Volume 3 con un utilizzo abbondante della chitarra che pedina il Mississippi di Robert Johnson in Rollin' & Tumblin'/Stop Breaking Down e la messa in scena costantemente impegnata a creare tensione elettrica, libera nel finale la dolcezza di Going Down That Road Feeling Bad.
Qualunque laccio tentate di lacciare intorno a Steve Hill si snoda rapidamente: ogni definizione su Solo Recordings Volume 3 porta con sé dei distinguo.