Il percorso del quartetto francese dei
Cotton Belly's è talmente sghembo da far sfumare l'oscurità di
Rainy Road, non è un ostacolo, ma uno stimolo a guardare meglio e a concentrarsi di più sul blues del Mississippi, sull’armonica e la chitarra che strappano via ogni dubbio nell’avvolgente avvio di
Rainy Road e non sfuggono al loro destino stilistico e si posizionano al centro di un'estetica dove sono necessari momenti di sospensione per poter procedere.
Dei respiri acustici profondi (
Hard Times,
My Friend e per l’intro di
Sobad) e appena trattenuti in
Medicine e
Tick-Tock AM&PM dove poi riprendere un viaggio brusco e irregolare a restituire la realtà intera del blues, esterna e interiore, memoria, bellezza, dolore e turbamento.
Given sembra la sintesi di un percorso già consolidato per i Cotton Belly’s.
Non è un difetto, ad un esordio che presupponeva degli eccessi, dei tuffi senza elastico, dei volteggi senza rete, arrivano al secondo disco a trovare fiammate ‘poetiche’, un grumo denso di espressione il cui gusto è quello creativo del gioco tra armonica e chitarra, nei quasi 7 minuti di
Wrong questo 'passo' più lento incrementa tuttavia il pathos che ha modo di lavorare in profondità anche negli altri 7 di
Soldier.
Resta la dolcezza dell’armonica e di una chitarra trattate come creta da plasmare e argilla da scalfire con puntuti segni in
Family Chains e
From This Town, e si distribuiscono armoniosamente lungo la rete di Rainy Road: degli strappi tra quegli scatti in avanti veementi, il movimento dei Cotton Belly’s sovverte il rapporto fra i due corpi del Mississippi blues senza perturbare l'ordine percettivo di Rainy Road.